Cresce il fatturato dell’alimentare nella grande distribuzione organizzata? Ne abbiamo parlato con Marco Santinoli, esperto GDO e curatore dell’omonimo blog di marketing ed economia.
Dopo due anni di stop a causa della pandemia di Covid-19, e dove i negozi online hanno giocato il ruolo dei protagonisti, a marzo 2023 è tornato a crescere il fatturato alimentare nella grande distribuzione organizzata.
Secondo quanto rivelato dagli ultimi dati, i discount hanno registrato un aumento degli acquisti pari al 10,5%, confermando così quella che gli esperti hanno già battezzato “controtendenza all’inflazione”.
A seguire il dato altrettanto positivo dei supermercati, con un +8,9%, e i prodotti per la cura del corpo e della persona, che durante la scorsa estate hanno registrato un aumento pari al 7,6%.
Uno sguardo più da vicino al carrello degli italiani: quali sono i prodotti che vanno per la maggiore
Dando un’occhiata più da vicino al carrello della spesa degli italiani, possiamo dire che, per quanto riguarda i prodotti, a guidare la classifica degli articoli più acquistati ci sono i dessert al cucchiaio, come i budini, l’olio di semi di girasole e la carne, che a differenza di molti altri stati vicini (come la Svizzera), in Italia continua a rimanere conveniente.
Tra le categorie più dinamiche troviamo la macelleria e la polleria, con un +10,2%, e il pane, la pasticceria e la pasta, che addirittura superano quest’ultima con una percentuale che si attesta al +16,1%.
In calo invece la pescheria (-6,9%), forse non solo per via di un contesto che sta preferendo sempre di più gli alimenti freschi, ma anche per un aumento della sensibilità da parte dei consumatori italiani nei confronti degli oceani e del mare (oltre che delle persone che, per motivi di salute o etici, sceglie di non consumare né carne né pesce, come i vegetariani e i vegani).
Come stanno ora gli alimenti freschi e gli alimenti confezionati? Il confronto
Nel complesso, nel mese di giugno 2022, abbiamo assistito a un aumento importante del consumo dei prodotti freschi (+8,00).
I prodotti per il Largo Consumo Confezionato (LCC), tuttavia, continuano a godere di buona salute, a testimonianza di come, molte persone, vuoi per ragioni di tempo vuoi perché non sono molto abili dietro i fornelli, scelgano di consumare alimenti già pronti o surgelati piuttosto che di puntare sul prodotto fresco (l’aumento, in tal caso, è stato dell’8,7%).
Il comparto no food, invece, rispetto allo stesso periodo del 2021 (quando eravamo ancora in piena pandemia e c’erano ancora molte restrizioni per arginare il contagio da Covid-19), ha registrato soltanto un lieve aumento dello 0,5%.
Ciò è dovuto, in parte, anche al fatto che, sempre più consumatori, stanno scegliendo di acquistare gli articoli no food online, attirati non solo dai prezzi concorrenziali rispetto a quelli della grande distribuzione organizzata, ma anche dalla possibilità di ricevere gli articoli (anche molto ingombranti) direttamente sulla porta di casa.
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